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Se negli ultimi tempi sei stato troppo impegnato per rimanere al passo con le notizie in ambito web marketing non preoccuparti, ci abbiamo pensato noi a raccogliere le più rilevanti! Eccole qui:
Google ha aggiornato l’algoritmo: il nuovo Penguin
Penguin è uno degli algoritmi che gestiscono e condizionano l’ordine dei risultati di ricerca nella SERP di Google. Lo scorso 23 settembre, Google ha annunciato un importante update che ha reso Penguin parte integrante del core ranking algorithm. Inoltre, ora agisce in real time e in modo più specifico e sistematico.
Da quando è stato introdotto nel 2012, Penguin ha avuto un ruolo fondamentale nella penalizzazione di moltissimi siti web che violavano le linee guida del gigante di Mountain View, in particolar modo a causa di una link building troppo aggressiva e poco naturale. Se vuoi approfondire l’argomento, scopri quali sono i 33 modi per essere penalizzati da Google.
Se accorgersi di una penalizzazione, prima, era semplice perché bastava aspettare il successivo aggiornamento di Penguin e fare le opportune verifiche, ora diventa più complesso, perché l’algoritmo lavora in real-time e può agire sulle singole pagine. A differenza di quando veniva penalizzato l’intero sito, infatti, adesso potrebbe essere molto difficile rendersi conto che solo una singola pagina ha subito una perdita di posizioni e traffico.
Se hai sempre usato tecniche “white hat” per guadagnare un ranking migliore rispettando le regole, non hai nulla da temere da questo aggiornamento. Ma se per caso recentemente hai visto il tuo sito, o determinate pagine, perdere posizioni, ecco 3 domande che dovresti porti:
- I contenuti del mio sito sono tutti originali?
- Quali sono i link esterni che puntano al mio sito che potrebbero penalizzarmi?
- Come posso ottimizzare la qualità dei miei contenuti e aumentare il tempo di permanenza sul mio sito?
Google AdWords introduce il remarketing cross-device
Il 25 settembre scorso, Google ha annunciato l’introduzione del “cross-device remarketing” per le piattaforme Google Display Network e DoubleClick Bid Manager, per «aiutare gli inserzionisti a raggiungere lo stesso utente attraverso i diversi device che utilizza, le app e i siti che visita». L’update sarà disponibile nel corso dei prossimi mesi.
La notizia merita un’attenzione particolare perché rappresenta una svolta consistente per Google. Adesso, infatti, sarà possibile fare in modo che un annuncio “segua” un utente in tutta la sua esperienza online. Ecco le parole del comunicato ufficiale di Google che, con un esempio efficace, spiegano la portata del cambiamento e ne suggeriscono già un primo utilizzo:
Diciamo che sei un rivenditore e vuoi costruire una campagna personalizzata per Halloween. Con il remarketing cross-device, puoi raggiungere i tuoi clienti sul loro smartphone mentre vanno al lavoro al mattino con un annuncio di questo tipo: “È quasi Halloween!”. Più tardi durante la giornata, mentre stanno navigando sul loro tablet, puoi raggiungerli di nuovo con un’offerta limitata nel tempo riguardo a decorazioni e ricette per il giorno di Halloween.
La decisione è in linea con la tendenza sempre maggiore da parte degli utenti di concludere le conversioni su device diversi (un sondaggio di Google/Ipsos ha dimostrato che si parla del 60% delle conversioni totali negli Stati Uniti).
Noi di Secret Key non vediamo l’ora di testare il cross-device remarketing, funzione della quale si sentiva la mancanza e che limitava molto le campagne di remarketing basate su cookies.
Facebook testa gli annunci pubblicitari sui Gruppi
Interrogato da Tech Crunch in seguito a diverse segnalazioni, Facebook ha confermato che sta testando gli annunci pubblicitari sui Gruppi. Per ora sono coinvolti “solo” i dispositivi mobile e desktop di Australia, Canada, Irlanda e Nuova Zelanda, ma presto potrebbe diventare ufficiale per tutti. Si tratta di una scelta coerente con la strada intrapresa da tempo dal social network, per quanto sarebbe di fatto rivoluzionaria. È già da un po’, infatti, che Facebook afferma di voler fornire agli utenti inserzioni sempre più profilizzate e in linea con i loro interessi. Dopotutto, non è un mistero che sempre più persone iniziano ad essere infastidite dalla massiccia presenza nella News Feed di annunci pubblicitari che non rispecchiano i loro interessi.
Aprire anche i Gruppi al mondo dell’advertising, per Facebook equivale a prendere due piccioni con una fava: innanzitutto, essendo i Gruppi luoghi virtuali in cui si riuniscono persone che condividono gli stessi bisogni o interessi, gli annunci potranno essere profilizzati direttamente per gruppi di utenti. Di conseguenza, ed ecco il secondo vantaggio, l’efficacia delle campagne sarà maggiore, ottimizzando i risultati per gli inserzionisti.
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Citazioni, menzioni e immagini non contano più nei 140 caratteri
Say more about what’s happening! Rolling out now: photos, videos, GIFs, polls, and Quote Tweets no longer count toward your 140 characters. pic.twitter.com/I9pUC0NdZC
— Twitter (@twitter) 19 settembre 2016
Lo scorso maggio, Twitter aveva comunicato un’importante novità rivolta sia agli utenti che agli inserzionisti e altrettanto utile a entrambe le categorie. Immagini, menzioni, citazioni, video e sondaggi non avrebbero più influenzato il conteggio dei famigerati 140 caratteri. L’update è ufficialmente entrato in vigore il 19 settembre contemporaneamente in tutto il mondo, generando non poche reazioni di soddisfazione.
Lato utente, sicuramente sarà più comodo condividere immagini e contenuti senza il pensiero di perdere caratteri preziosi per esprimere il proprio pensiero, un fatto che spesso risulta frustrante. Quante volte, infatti, abbiamo dovuto utilizzare fastidiose abbreviazioni o sacrificare i sacrosanti spazi per riuscire a dire tutto quello che dovevamo con i caratteri che ci rimanevano dopo aver caricato una foto? Ora, finalmente, l’incubo è finito.
L’aggiornamento, però, interessa anche gli inserzionisti, poiché qualsiasi tweet contenente elementi multimediali creato utilizzando la Twitter Dashboard per l’advertising, continuerà a contare all’interno dei 140 caratteri. Sembra quindi che chi vuole investire del denaro in pubblicità ci rimetta, ma in realtà c’è un piccolo trucco: se un brand posta un tweet organico e poi lo converte in un tweet sponsorizzato, i contenuti multimediali in quel caso non influenzeranno i 140 caratteri.
Infine, il fatto che l’update non riguardi i link esterni condivisi con un tweet è in linea con la scelta di privilegiare i contenuti nativi, quindi foto e video direttamente caricate sulla piattaforma. Se ci pensate, lo stesso accade già per Facebook, che penalizza i video linkati, ad esempio, da YouTube premiando, invece, quelli caricati direttamente su Facebook.
Le email transazionali nel B2B vanno alla grande
Il noto software di email marketing MailUp ha pubblicato la scorsa estate la sua biennale edizione dell’Osservatorio sull’E-Mail Marketing, un dettagliato rapporto frutto dell’analisi di oltre 13 miliardi di email (il numero totale di messaggi inviati nel 2015 è stato 25 miliardi).
Tra i vari dati presenti nel rapporto, in particolare risaltano le ottime performance delle e-mail transazionali nel mercato B2B, con un tasso di apertura del 64% contro il 26% delle newsletter e il 17% delle DEM (Direct Email Marketing).
Valori positivi nello stesso mercato sono comunque stati registrati anche da newsletter e DEM. Per quanto riguarda le prime, spicca un tasso di apertura del 54% nel settore “Associazioni & Organizzazioni Politiche”. Settore che, tuttavia, scompare del tutto dalle performance delle DEM, che vedono in “Moda, Abbigliamento, Calzature” il dato più positivo, pari al 59%.
L’e-mail è tutt’altro che morta!
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