Google ha reso popolare l’argomento link building negli ultimi anni ’90 e nei primi 2000. E’ stata una rivoluzione in quel periodo, dovuta al fatto che per la prima volta un motore di ricerca utilizzava i link per identificare le pagine e i siti più importanti per un determinato argomento.
Nonostante ciò, com’è risaputo, gli spammers in breve tempo hanno compreso questo algoritmo e sono riusciti a sfruttarne le lacune, ideando un’ampia gamma di modalità poco ortodosse per generare link.
Prima dell’avvento di Google invece, i link non erano un fattore di ranking significativo. All’epoca, ogni link non a pagamento era unicamente basato sul merito, poiché chi linkava un altro sito o una pagina web non aveva altre ragioni o scopi per farlo. Anche l’acquisto di annunci o banner in origine erano solo basato su quanto l’inserzionista valutava il traffico generato da un determinato sito e su quanto era disposto a pagare per questo tipo di visibilità, non c’erano altri benefit.
In poche parole: i link erano un indicatore di qualità migliore quando il mondo non sapeva che questi fossero un fattore di posizionamento.
Motori di ricerca vs. link building
I motori di ricerca sono costantemente alla ricerca di indicatori aggiuntivi per fornire risultati migliori per una determinata ricerca, e per rendere più arduo il lavoro dei SEO Black Hat, i quali spesso cercano di posizionare siti di bassa qualità o scarsa utilità per gli utenti. L’incremento dell’attenzione verso i segnali social è parte di questo processo, il cui obiettivo è ridimensionare il valore dei link classici per il posizionamento organico, a favore delle interazioni, menzioni e condivisioni da parte degli utenti sui social media.
Tuttavia i social signals non sono così facili da interpretare e possono costituire anche una fonte di “rumore” non garantendo sempre la bontà di una determinata pagina o sito web.
Ad esempio Bing qualche tempo fa per determinare i risultati in serp ha provato ad utilizzare le menzioni degli utenti sui social media come dei voti, allo stesso modo in cui veniva calcolato il valore di un link, ma questa sperimentazione era troppo sbilanciata verso la quantità dei social signals a discapito della qualità e dell’autorevolezza, e non ha funzionato bene, motivo per cui Bing ha dovuto fare marcia indietro e ricalibrare il suo algoritmo.
Come Bing anche Google sta provando a miscelare nel suo algoritmo più fattori, fra cui i social signals, per generare serp che mostrano risultati contaminati da fattori esterni e segnali di differenti tipologie. Questa evoluzione dei fattori esterni di posizionamento a favore dei social media, dovrebbe spingere chi fa SEO a non effettuare le classiche attività di link building, ma semmai a pianificare attività sui social media che generano anche condivisioni, citazioni, mi piace, +1, retweet, e così via.
Suggerimenti per fare link building efficace
Il primo passo è focalizzarsi su dove si trova la propria audience (quali siti visita, quali video guarda, quali contenuti legge). I segnali utili al ranking possono essere generati sia dai vostri potenziali clienti sia da chi pubblica sul web i contenuti che gli interessano.
I potenziali clienti creano dei segnali in vari modi:
- Parlando di voi sui social media
- Visitando il vostro sito
- Cercando il vostro brand name
- Facendo una ricerca su prodotti o servizi come i vostri e cliccando sui risultati che puntano al vostro sito
- Parlando di voi sui blog e sui forum
Esistono anche altri metodi oltre questi!
Chi pubblica contenuti che la vostra audience usa, può generare altrettanti segnali, sotto forma di link, ma quali sono i modi per incoraggiare la creazione di questo tipo di segnali?
Dovreste certamente concentrarvi sull’autorevolezza e cercare di diventare un punto di riferimento. Anche se non lo siete ancora, potete darvi da fare affinché il vostro nome si diffonda e ottenga visibilità presso altri utenti autorevoli, stabilendo un rapporto di fiducia con gli altri.
Ecco alcuni suggerimenti specifici su come fare:
1) Gestire un blog
Fatelo solo se siete in grado di fornire contenuti originali e di alta qualità regolarmente. E’ un impegno costante. Tuttavia, non esagerate sulla quantità a discapito della qualità. Due ottimi articoli al mese funzioneranno di più di 4 articoli decenti al mese o di 10 di scarsa qualità.
2) Pianificate una corretta presenza sui social media
Diventate un membro della community attivo. Da notare che è meglio padroneggiare un solo social media efficacemente anziché fare un lavoro scarso o appena sufficiente su social diversi.
3) Entrate a far parte delle community
Se non potete gestire un blog o realizzare una campagna social media, potete comunque fare parte di diverse community. Commentate sui blog, sui forum, ai video, o su qualunque media usato dal vostro potenziale cliente. In altre parole, come ripiego dal diventare un punto di riferimento, lavorate per diventare conosciuti. Guidate le interazioni che avvengono in presenza del vostro target di clientela. Andate alle conferenze e partecipate alle discussioni. Siate le persone che fanno domande interessanti durante le session di domande e risposte con i relatori. Un’altra cosa efficace da fare è partecipare alle discussioni offline che possono essere utili per generare interazioni online.
4) Comunicati stampa
Pubblicate comunicati stampa di tanto in tanto, ma solo quando c’è qualcosa di degno di cui parlare sul web.
5) Realizzate news
Pensate a qualcosa che può fare notizia e su cui qualcuno può essere interessato a scrivere.
6) Fate pubblicità sui siti visitati dal vostro target
Non con lo scopo di acquistare link ma per ottenere visibilità presso il vostro target e per le persone che pubblicano contenuti visualizzati dalla vostra audience.
7) Fate pubblicità sui motori di ricerca
Investire in keyword advertising vi consente di essere visibili in serp verso quegli utenti target che esprimono una esigenza attraverso la ricerca con parole chiave specifiche. Il display advertising invece permette di mettere in bella vista il vs. brand in tutti quei siti in cui si trattano argomenti affini con il vs. target. Insomma con la paid search si ottengono più contatti e brand awareness, quindi di conseguenza anche maggiore autorevolezza.
8) Fate pubblicità su Facebook
Per le stesse ragioni, ma con logiche diverse, con facebook ads si può fare advertising profilando il target secondo logiche demografiche e in base agli interessi degli utenti.
Tutte queste attività fanno parte di una strategia la cui finalità è creare segnali di qualità in aggiunta ai link che il vostro sito attrae.
Conclusioni
Gli ultimi due anni ci hanno reso tutti consapevoli della crescente importanza dei social media, decretando la fine del link building classico. La nascita di Google Plus è un chiaro segnale di quanto il comportamento degli utenti sia diventato un nuovo fattore di posizionamento sui motori di ricerca. Aspettiamoci che questo trend continui, e probabilmente acceleri. Questo vuol dire che per chi fa SEO c’è bisogno di fare di più rispetto al classico link building. Insomma in un futuro non troppo lontano è lecito pensare che per posizionare il proprio sito al vertice della serp, non basterà ricevere dei backlinks da siti autorevoli e affini con il nostro, ci sarà bisogno anche di segnali social.
E’ come se i motori di ricerca pensassero: “Caspita, se i link a questo sito sono così numerosi, perché nessuno ne sta parlando online e lo sta citando?”.
Google e bing continueranno a sforzarsi in questa direzione, per capire come le persone giudicano un determinato sito web, poichè il loro obiettivo è avvicinarsi il più possibile alla valutazione umana.
Il processo è già in atto e occorre essere certi di adattare le proprie strategie SEO e di link building per allinearsi ai cambiamenti e non restare indietro.
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